Il registro dei marchi storici

Il registro dei marchi storici diventa più interessante

I marchi storici in Italia, vale a dire quelli registrati da almeno 50 anni, sono circa 850; il registro dei marchi storici di interesse nazionale pensato in attuazione del “decreto crescita” dello scorso aprile, sta prendendo forma.
Oggi, si possono quindi apprendere i miglioramenti inseriti nel testo originario tesi a conferire un taglio più realistico e concreto alla formula iniziale, pensata per tamponare la vicenda Pernigotti.
D’altro canto, era chiaro che il fine primario del Registro rischiasse di renderlo inattuabile per il semplice motivo che avrebbe ostacolato qualsiasi attività di delocalizzazione, anche temporanea, delle aziende, svuotando, di fatto, l’interesse verso uno strumento che avrebbe dovuto valorizzare la speciale relazione tra i segni ed il nostro territorio.
Per tale ragione, il confronto avvenuto in questi mesi tra il ministero e le organizzazioni di impresa, ha rivisto le precedenti finalità del Registro, che d’ora innanzi sarà volto a supportare campagne promozionali delle imprese storiche prevalentemente all’estero.
L’accesso al Registro dei marchi storici è stato ampliato, questo significa che non sarà limitato ai soli marchi ultracinquantenni registrati ma anche a quelli privi di diritto titolato, purché l’azienda interessata presenti la documentazione che ne attesti l’utilizzo; le prove richieste sono quelle consuete quindi: imballaggi, etichette, cataloghi, fatture, documenti di spedizione. La presenza, o meno, di una registrazione influirà certamente sulle tempistiche per l’accreditamento del marchio nel Registrato, dato che, a fronte di un esame più sommario dedicato ai marchi registrati, che si dovrebbe concludere in circa 60 giorni dalla presentazione della domanda, i marchi di fatto necessiteranno di una valutazione più approfondita, stimata in 180 giorni. Tempi che sono destinati ad allungarsi ulteriormente qualora la richiesta di iscrizione dovesse essere presentata da un licenziatario ma senza l’espresso consenso del legittimo titolare, per cui sarà compito dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi portare a termine le relative indagini.

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