Tecnologia Blockchain e Proprietà Intellettuale: la crittografia a tutela dei diritti d’autore
La blockchain, introdotta per la prima volta nel 2008 per fungere da registro condiviso delle transazioni della nascente cripto-valuta Bitcoin, è una struttura dati condivisa e immutabile.
Di fatto un registro digitale che include numerose voci raggruppate in blocchi, concatenati tra loro in ordine cronologico, la cui integrità è garantita dall'uso della crittografia.
Tecnologia Blockchain, perché e come utilizzarla
Oggi la tecnologia blockchain è utilizzabile come efficace e valido strumento di tutela della proprietà intellettuale, in particolare dei diritti d’autore e, più in generale, di altri diritti non titolati o di tutte quelle opere che non possono godere della tutela accordata ai titoli di proprietà industriale quali marchi, design e brevetti.
La tecnologia blockchain e la crittografia sono quindi utilizzabili ogni qualvolta si voglia dare una data certa e riconoscere una paternità ad un’opera o ad un lavoro creativi e innovativi. Opere che, altrimenti, potrebbero cadere preda di un uso improprio o ad appropriazione indebita da parte di terzi. L’obiettivo, infatti, è quello di costituire una prova non falsificabile dell’esistenza di un file o documento digitale in un determinato momento.
Ad esempio, il diritto d’autore si applica a una vasta gamma di opere creative dell’ingegno e nasce automaticamente con la creazione dell’opera - non vi è obbligo di registrazione formale. Ma se c'è una disputa sull’opera, è fondamentale avere prove solide che dimostrino che quest’ultima esisteva in un determinato momento.
Blockchain, Proprietà Intellettuale e Decreto Semplificazioni
Blockchain e Proprietà Intellettuale si legano con l'approvazione nel Marzo 2019 del Decreto «Semplificazioni» in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione.
Con tale decreto viene introdotta la definizione di “tecnologie basate su registri distribuiti”, di cui Blockchain è, per l'appunto, il più noto esempio.
In questo modo anche nel nostro Paese la registrazione della documentazione attraverso la tecnologia Blockchain produce gli effetti di una registrazione legalmente valida e riconosciuta.
In seguito a questi aggiornamenti normativi sono nate numerose piattaforme tecnologiche dedicate all’archiviazione e gestione di documentazione relativa ad asset immateriali.
Tra queste ricordiamo “WIPO PROOF” di WIPO (World Intellectual Property Organization).
Una volta archiviato un documento, queste piattaforme generano un certificato con validità legale comprovante la registrazione e recante data e ora del caricamento.
In tal modo viene resa evidente l’esistenza di quel file in quel determinato momento.
Tra i dati archiviabili sulle piattaforme che sfruttano la tecnologia blockchain vi sono ad esempio:
- lavori creativi e artistici
- prove d’uso dei propri marchi, al fine di evitare azioni di decadenza per non uso
- documenti relativi a contratti, licenze, accordi di non divulgazione
- tutto ciò che riguarda la gestione di altri aspetti legati alla proprietà intellettuale, ad es. prove a sostegno del periodo di grazia, o dell’uso di un marchio non registrato.
- segreti commerciali e know-how
- schemi tecnici, piani, progetti
- codici di programmazione, algoritmi, sequenze genetiche
- dati e ricerche (rapporti, note di laboratorio)
- impossibilità di manomissione,
- affidabilità,
- costi bassi ed accessibili,
- rispetto della riservatezza e della privacy,
- validità legale della certificazione e prevenzione di comportamenti illeciti da parte di terzi.
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