Indicazione in etichetta dell'origine del pomodoro: provvedimento che tutela la qualità in una filiera strategica in Italia come in Europa

Il decreto interministeriale del 16 novembre 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 febbraio 2018, prevede l’introduzione dell’obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro.

In base al provvedimento in esame, conserve, concentrati di pomodoro, oltre che sughi e salse composti per almeno il 50% da derivati del pomodoro, dovranno obbligatoriamente indicare in etichetta il nome del Paese nel quale è stato coltivato il pomodoro e il nome del Paese nel quale è il pomodoro è stato trasformato. Se sono coinvolti più Paesi membri dell'Unione europea o Paesi situati al di fuori dell'Unione Europea si potranno utilizzare le diciture"UE", "non UE", "UE e non UE". Le indicazioni sull'origine dovranno essere indelebili, facilmente visibili e chiaramente leggibili. 

Come già accaduto per i decreti sull'etichettatura della pasta e del riso, è prevista un'entrata in vigore rinviata a 180 giorni dopo la pubblicazione del decreto in gazzetta (25 agosto 2018) e un’applicazione in via sperimentale fino 31 dicembre 2020.

Entro il 30 settembre 2020 il MIPAA ed il MISE trasmetteranno alla Commissione europea un rapporto sull'applicazione delle disposizioni di cui al presente decreto. Se la Commissione europea dovesse adottare prima del 31 dicembre 2020 atti esecutivi ai sensi dell'art. 26, paragrafo 8, del regolamento (UE) n. 1169/2011, vale a dire in merito all'indicazione del paese d'origine o del luogo di provenienza dell'ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, il presente decreto perderà efficacia dal giorno della data di entrata in vigore dei medesimi.

Al fine di consentire lo smaltimento delle scorte, i prodotti immessi sul mercato o etichettati prima dell'entrata in vigore del D.M. in oggetto, potranno essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.